E’ un problema che genera paure e insicurezza sulle quali si sono consumati i successi elettorali di questi ultimi 10 anni.
Anche a Soresina nel 2006 anticipando l’attualissimo “fora di baal”, andò così. Oggi si è rivelato un misero fallimento per l’Amministrazione uscente, infatti i cittadini stranieri residenti dalle 846 unità sono diventati 1483 al 31 dicembre 2010. Era prevedibile, quando un fenomeno non è arginabile né circoscrivibile a mero fattore di ordine pubblico, ma va gestito e governato anche a livello locale. Noi siamo dell’avviso che, se non si cerca il contatto, se i modi e i costumi restano estranei tra loro, se manca un minimo di ricerca di dialogo, difficilmente si può sfondare il mondo della paura e della diffidenza reciproca. Nessuno si nasconde che davanti a noi continua ad esserci un lavoro di lunga lena, difficile e complesso per le tante necessità che esprime e sulle quali va avviato un processo generazionale. Non si parte da zero ed il problema presenta anche tutte le potenzialità per trasformarsi in risorsa. Non ne verremo fuori vincitori o vinti. Metteremo in campo le migliori risorse Istituzionali, professionali e umane di cui possiamo disporre e la cultura della quale sappiamo ancora esprimere qualche pagina nobile e di valore. Adotteremo la fermezza necessaria con chi si sottrae alle regole che il diritto e la convivenza civile impongono, saremo aperti all’accoglienza con chi aspira e compie ogni sforzo per darsi un progetto di vita migliore.
Anche a Soresina nel 2006 anticipando l’attualissimo “fora di baal”, andò così. Oggi si è rivelato un misero fallimento per l’Amministrazione uscente, infatti i cittadini stranieri residenti dalle 846 unità sono diventati 1483 al 31 dicembre 2010. Era prevedibile, quando un fenomeno non è arginabile né circoscrivibile a mero fattore di ordine pubblico, ma va gestito e governato anche a livello locale. Noi siamo dell’avviso che, se non si cerca il contatto, se i modi e i costumi restano estranei tra loro, se manca un minimo di ricerca di dialogo, difficilmente si può sfondare il mondo della paura e della diffidenza reciproca. Nessuno si nasconde che davanti a noi continua ad esserci un lavoro di lunga lena, difficile e complesso per le tante necessità che esprime e sulle quali va avviato un processo generazionale. Non si parte da zero ed il problema presenta anche tutte le potenzialità per trasformarsi in risorsa. Non ne verremo fuori vincitori o vinti. Metteremo in campo le migliori risorse Istituzionali, professionali e umane di cui possiamo disporre e la cultura della quale sappiamo ancora esprimere qualche pagina nobile e di valore. Adotteremo la fermezza necessaria con chi si sottrae alle regole che il diritto e la convivenza civile impongono, saremo aperti all’accoglienza con chi aspira e compie ogni sforzo per darsi un progetto di vita migliore.
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